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Italia-Giappone: 150 anni di amicizia

Hokusai, Monte Fuji Il 25 agosto 1866 Italia e Giappone firmavano il Trattato di amicizia e di commercio che auspicava “pace perpetua ed amicizia costante tra Sua maestà il Re d’Italia e Sua maestà il Taicoun, i loro eredi e successori” e tra i rispettivi popoli, “senza eccezione di luogo o persona”. L’augurio, formulato nel primo articolo dell’accordo, è diventato realtà: nei 150 anni trascorsi dalla firma del trattato, le relazioni tra Italia e Giappone sono state costantemente amichevoli. Per celebrare i 150 anni di amicizia con l’Italia, un secolo e mezzo dopo il primo Trattato di amicizia e commercio con il nostro Paese, siglato il 25 agosto 1886, iterArte Roma organizza un viaggio alla scoperta dei luoghi più significativi del Giappone, parola i cui ideogrammi significano “Origine del sole”. Durante il viaggio, dal titolo “Giappone. Le tradizioni e i rituali nella terra dei samurai”, visiteremo il paese dal 9 al 19 aprile 2016, nel periodo di fioritura dei fiori del ciliegio e ammireremo luoghi celebri e meno conosciuti di una nazione modernissima ma con caratteristiche ancestrali, che si sostanziano nel legame spirituale con la natura e nel rapporto con gli antenati e la tradizione. In occasione della celebrazione

Le sezioni della mostra “Augusto” alle Scuderie del Quirinale

Queste le sezioni della mostra allestita in occasione del bimillenario della morte del primo imperatore romano, il divo Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Dal 18 ottobre 2013 al 9 febbraio 2014 alle Scuderie del Quirinale di Roma. 1. Ottaviano e il tramonto della repubblica romana Testa-ritratto di Ottaviano, prima media età augusteaMusei Capitolini, Roma A 19 anni, di mia iniziativa e con spesa privata, misi insieme un esercito, con il quale vendicai la Repubblica oppressa nella libertà dalla dominazione di una fazione (Res Gestae, 1): sono le parole ufficiali con cui Augusto, ormai anziano, inizia il racconto della propria straordinaria ascesa politica, a partire dal cruciale 44 a.C., anno che vide l’uccisione di Cesare, zio di sua madre. All’apertura del testamento di Cesare, si scoprì che questi aveva adottato il giovane figlio della nipote, nominandolo erede delle proprie ingenti sostanze patrimoniali e del proprio nome. Da quel moment il giovane, nato con il nome di Gaius Octavius, portò ufficialmente il nome di Gaius Iulius Caesar (Octavianus). Il giovanissimo Ottaviano non sembrava distinguersi in qualità rispetto ai più consumati consoli della tarda Repubblica: anzi, come ricorderà Cicerone, Antonio lo definiva in quegli anni il ragazzo che deve tutto al suo nome.

Cleopatra. Roma e l’incantesimo dell’Egitto

Chiostro del Bramante Dal 12 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 La mostra è suddivisa in nove sezioni: Cleopatra. L'ultima regina d'Egitto; La terra del Nilo; I sovrani ellenistici; Gli dei e il sacro nell'Egitto tolemaico; Le arti; I protagonisti, le vicende; Cleopatra e Roma. L'Egittomania; Nuovi culti a Roma; Roma conquistata: i nuovi faraoni. Nella prima sala, ad apertura del percorso, è la magnifica Testa ritratto di regina tolemaica, probabilmente la stessa Cleopatra, datata alla seconda metà del I secolo a.C. e proveniente dai Musei Capitolini di Roma. Dopodiché si proseguirà con una sezione altamente suggestiva, dedicata allʼaffascinante ambiente fluviale del Nilo, che lascerà non solo gli adulti, ma anche i bambini, a bocca aperta: rari e finissimi mosaici e antichi brani pittorici ad affresco mostrano una straordinaria popolazione di ambiente acquatico – tra cui ippopotami, coccodrilli, rane, anatre selvatiche e ibis, insieme a fiori di loto, cespugli di papiro e pesci dʼogni genere – descrivendo lʼincredibile fertilità di quel fiume, unica nel suo genere. Scena nilotica, 55-79 d.C., affresco da Pompei, Casa del Medico ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli Diverse opere testimoniano il forte ascendente che il mondo “esotico” delle sponde del Nilo ha

Augusto

Scuderie del Quirinale, Roma Dal 18 ottobre  2013  al 9 febbraio 2014 La mostra è stata ideata da Eugenio La Rocca ed è a cura di Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce, Annalisa Lo Monaco, Cécile Giroire e Daniel Roger. Organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo – Scuderie del Quirinale e i Musei Capitolini di Roma, in collaborazione con la Réunion des musées nationaux – Grand Palais e il musée du Louvre di Parigi. Organizzata in occasione del bimillenario della morte (19 agosto del 14 d.C.), la mostra presenta le tappe della folgorante storia personale di Augusto in parallelo alla nascita di una nuova epoca storica. Figlio adottivo e pronipote di Cesare, Augusto fu un personaggio dotato di un eccezionale carisma e di uno straordinario intuito politico. Riuscì, laddove aveva fallito persino Cesare, a porre fine ai sanguinosi decenni di lotte interne che avevano consumato la Repubblica romana e a inaugurare una nuova stagione politica: l'Impero. Cammeo di Augusto, detto anche Cammeo Blacas, età tiberiana, I secolo Il suo principato, durato oltre quaranta anni, fu il più lungo che la storia di Roma avrebbe mai ricordato. In quegli anni, l'Impero raggiunse la sua massima espansione, con un'estensione a tutto il bacino del

Da Donatello a Lippi. Officina pratese

Museo di Palazzo Pretorio, Prato Dal 13 settembre 2013 al 13 gennaio 2014 Intorno alla fabbrica del Duomo di Santo Stefano (poi cattedrale) presero forma imprese memorabili, da annoverare fra gli episodi più singolari e affascinanti del primo Rinascimento. Per il pulpito destinato a mostrare la reliquia della Sacra Cintola, per gli affreschi della cappella dell'Assunta e della cappella Maggiore e per altri arredi furono chiamati artisti della grandezza di Donatello, Michelozzo, Maso di Bartolomeo, Paolo Uccello e Filippo Lippi. A questi va aggiunto il figlio di Fra Filippo, Filippino, che da Prato prese le mosse e a Prato tornò a lavorare da anziano. La mostra fa rivivere questo momento straordinario della storia dell'arte del Quattrocento italiano, quando la città di Prato divenne un centro d'innovazione artistica in cui operano molti tra i maggiori maestri italiani dell'epoca. Articolata in sette sezioni , l'esposizione ospita oltre sessanta opere provenienti dai musei di tutto il mondo, che vengono per la prima volta accostate ai capolavori conservati nei monumenti e musei della città. Questa eccezionale riunione celebrerà la riapertura del Museo di Palazzo Pretorio, dopo quindici anni di chiusura per restauri. La prima sezione pone in risalto un affascinante tabernacolo in terracotta, attribuito

De Pisis en voyage.
Roma Parigi Londra Milano Venezia

Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo, Parma Dal 13 settembre all'8 dicembre 2013 La mostra presenta circa ottanta splendide opere del maestro, provenienti da musei nazionali e da collezioni private, che rispecchiano i suoi interessi principali: i luoghi innanzitutto, i volti e le persone che li abitano, la natura che li attraversa. Curata da Paolo Campiglio, per iniziativa della Fondazione Magnani Rocca presieduta da Giancarlo Forestieri, in collaborazione con l’Associazione per Filippo de Pisis, col coordinamento di Stefano Roffi, la mostra, dal titolo “DE PISIS en voyage. Roma Parigi Londra Milano Venezia”, è visitabile dal 13 settembre all’8 dicembre 2013 nella Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo (Parma), la raffinata dimora, ora sede della Fondazione Magnani Rocca, che fu di Luigi Magnani, amico e collezionista di de Pisis. La mostra si avvale del sostegno di Fondazione Cariparma e di Cariparma Crédit Agricole. Il carattere cosmopolita dell’artista e il suo incessante viaggiare per l’Europa degli anni Trenta-Quaranta pone de Pisis in una luce moderna e attuale, quella di un intellettuale senza frontiere che in un periodo di rafforzamento delle nazioni e di crisi internazionale sceglie le principali capitali come sedi più proprie alla personale declinazione espressiva. Filippo de Pisis,

Costantino e Teodoro. Aquileia nel IV secolo

Palazzo Meizlik, Basilica e Museo Archeologico Nazionale, Aquileia Dal 5 luglio al 3 novembre 2013 E' stata inaugurata venerdì 5 luglio a Palazzo Meizlik di Aquileia la mostra “Costantino e Teodoro. Aquileia nel IV secolo”, realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Ministero per i Beni Culturali – Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia, l’Arcidiocesi di Gorizia, il Comune di Aquileia e con il contributo della Fondazione Crup, Fondazione Carigo e Fondazione CRTrieste. La mostra, che rimarrà aperta fino al 3 novembre 2013, vuole cogliere l’occasione dei 1700 anni degli accordi di Milano del 313 tra Costantino e Licinio, con cui si confermava la tolleranza per il culto cristiano, sancita solo due anni prima dall’editto di Galerio, per ripercorrere un momento particolarmente fecondo per Aquileia e celebrare questa ricorrenza in continuità con le mostre dedicate a Costantino a Milano e Roma. Il percorso espositivo, che si snoda tra Palazzo Meizlik, la Basilica e il Museo Archeologico Nazionale, si articola in sezioni che approfondiscono con oltre 200 preziosi reperti il nuovo ruolo politico e amministrativo che si aggiunse alla già rinomata funzione come emporio commerciale e nodo strategico sulle vie tra l’Italia e l’Illirico (i Balcani). Il grande sviluppo monumentale