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Epifania: arte, storia, religione

Il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, si ricorda l'arrivo dei Re Magi a Betlemme e la loro Adorazione di Gesù Bambino. Il termine Epifania deriva dalla lingua greca e indica la manifestazione visiva del divino, del soprannaturale. Nella religione cristiana essa, nell'omaggio reso dai Magi al Bambino, è il simbolo della prima manifestazione di Cristo all'Umanità. Ma chi erano i Magi? Nei popoli orientali, in particolare nella religione persiana, i Magi erano sacerdoti depositari del sapere teologico e scientifico, astrologi e indovini. Fra le fonti cristiane canoniche, è solo il Vangelo di Matteo che li cita, descrivendoli come saggi venuti dall'Oriente a cercare il re dei Giudei. Guidati da una stella, lo riconobbero e gli offrirono tre doni: oro, simbolo di regalità e potere; incenso come segno di divinità; e mirra, usata nel culto dei morti e dunque in riferimento al futuro sacrificio di Cristo. In relazione ai doni portati, il numero dei Magi, non specificato dal Vangelo, venne fissato a tre, e solo successivamente fu aggiunto anche l'appellativo di "re". Il forte simbolismo legato a questo numero farà sì che i tre Magi rappresentino sovente le tre parti del mondo conosciuto - motivo per cui uno di essi ha i

Italia-Giappone: 150 anni di amicizia

Hokusai, Monte Fuji Il 25 agosto 1866 Italia e Giappone firmavano il Trattato di amicizia e di commercio che auspicava “pace perpetua ed amicizia costante tra Sua maestà il Re d’Italia e Sua maestà il Taicoun, i loro eredi e successori” e tra i rispettivi popoli, “senza eccezione di luogo o persona”. L’augurio, formulato nel primo articolo dell’accordo, è diventato realtà: nei 150 anni trascorsi dalla firma del trattato, le relazioni tra Italia e Giappone sono state costantemente amichevoli. Per celebrare i 150 anni di amicizia con l’Italia, un secolo e mezzo dopo il primo Trattato di amicizia e commercio con il nostro Paese, siglato il 25 agosto 1886, iterArte Roma organizza un viaggio alla scoperta dei luoghi più significativi del Giappone, parola i cui ideogrammi significano “Origine del sole”. Durante il viaggio, dal titolo “Giappone. Le tradizioni e i rituali nella terra dei samurai”, visiteremo il paese dal 9 al 19 aprile 2016, nel periodo di fioritura dei fiori del ciliegio e ammireremo luoghi celebri e meno conosciuti di una nazione modernissima ma con caratteristiche ancestrali, che si sostanziano nel legame spirituale con la natura e nel rapporto con gli antenati e la tradizione. In occasione della celebrazione

I termini e i simboli della tradizione ebraica

Sèfer Tōrāh Con il termine Sefer Tōrāh (ebraico ספר תורה, pl. sefarim: libri) si identificano i rotoli su cui viene trascritta la Tōrāh. I Sefarim vengono solitamente custoditi all'interno dell'Haron HaKodesh, un particolare armadio che si trova in tutte le sinagoghe. Torah è un termine biblico che designa la dottrina impartita dai genitori ai figli, dai saggi agli ignoranti, dal sacerdote e dal maestro al popolo e da Dio agli uomini mediante i profeti. La dottrina religiosa che secondo la Bibbia fu impartita da Mosè al popolo d’Israele, si raccoglie nel Pentateuco, chiamato appunto dagli Ebrei Tōrāh, e più specificamente la Tōrāh scritta, per distinguerla dalla Tōrāh orale, che indica la tradizione rabbinica di interpretazione del testo sacro.I cinque libri della Torah sono suddivisi in 54 parashòt (plurale di parashà), una per ogni Shabbat dell'anno. Il Sèfer è un rotolo di pergamena scritto dal Sofèr utilizzando una penna d'oca e un inchiostro purissimo, la cui ricetta per la preparazione è antichissima. Il Sofer scrive anche le meghillòt, le mezuzòt e i tefillìn. La lettura pubblica del Sefer Torah avviene in presenza di almeno dieci Ebrei adulti (devono aver compiuto almeno tredici anni). Ogni capitolo viene anticipato nelle mattine del lunedì e del